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The Secret wave of Talamone: il Cannone

Il cannone: beach access

Ce l’abbiamo avuta davanti al naso per anni. Un’onda mitica che come la moglie del lanciatrore di coltelli giapponese ioko poko ma ioko lavora poco ma lavora bene.

Si tratta di un deferlant di livello in quel di talamone ma fuori dal porto, appena fuori. Col mare WSW e vento WNW rompe sul fondale della foto e corre per 500 mt fino ai bastioni del porto.

Vista spot da interno baia
Vista spot da esterno baia

Visto il fondale roccioso l’onda corre ripida e veloce creando nei 500 mt di sezione opportunità per multiple connecting turns, come direbbe il coach.

Il vento side off accelerato dalla scogliera fa il resto creando le condizioni per un down the line di livello.

La corsa

Per non lasciare nulla al caso abbiamo misurato per voi la corsa. Non è il peru ma almeno un quarto di peru con 500 mt c’esce.

Rimangono solo due curiosità.

Perché si chiama cannone?

Il cannone
L’arsenale

Beh perché un cannone che sormonta l’accesso spiaggia c’è davvero. E il cannone c’è perché li un tempo c’era l’arsenale.

E infine lo vogliamo vedere lavorare?

Per ora per il surf da onda. Per il windsurf solo nella sezione a pagamento del profilo IG iSurf. Troppa roba per lasciarlo così senza valore..

Lo spot in funzione

Peru!

E difficile condensare in un post le emozioni di questo post, mi sia perdonato..

Innanzitutto dove siamo

Pacasmayo!

Letteralmente dall’altra parte del pianeta. Si tratterebbe “solo” di Sud America. Ma da  quando l’Italia ha perso la compagnia di bandiera è diventato un viaggio della speranza. Per me 32 ore all’andata e 46 al ritorno col fuso. Senza solo 39. Si può trovare un routing migliore ma bisogna mettere mano al portafoglio .. e cmq partiamo da 1.5k € senza le tavole.

Cultura. Molto interessante. Un paese con grandi tradizioni che datano pre inca e affondano nella preistoria. Con poco impegno è possibile visitarne le vestigia ovunque nel paese.

Il cebiche piatto di pesce crudo a dadi fenomenale

Cucina. Qui il peru prende *****. È una cucina particolare che mischia le tradizioni e gli alimenti locali con l’influenza spagnola, europea ed asiatica. Non è un cucina leggera ma è molto gustosa. Il cebiche per i pescivori a crudo è una delicatezza. Ma così lo sono il lomo saltado, l’arroz de marisco, il tacu tacu un riso fritto ottimo e tanti altri piatti per palati curiosi. 

Un modo comodo per spostarsi .. il mototaxi

Ospitalità. I peruviani sono un popolo amichevole e ospitale. A Pacasmayo non ho visto nulla di quanto segnalato dalla Farnesina sui pericoli per i turisti nella zona di Trujillo. Ma lima e Trujillo non sono citta semplici per cui cuidado!

Autore approfitta dell’oro degli inca

Surf. La patria del light. In tanti anni di viaggio questo è il posto più light che ho mai navigato. In realtà non pensavo si potesse navigare con 5/8 nodi ma con l’onda de pacasmayo se po fa. O più correttamente, ci si può provare. Più del 50% del tempo non ci sono condizioni da waterstart per cui portatevi la cima di recupero, possibilmente venite con la virata sinker solida o se siete come me senza affidabilità nella virata preparatevi a fare dei recuperi da circo togni con l’acqua alle ginocchia. La tavola consigliata è il peso corporeo + 20% in volume. O sea: se pesate 80 kg un 96 lt. Si tratta di tavole che quasi nessun serfista ha nel quiver quindi per essere serfato bene Pacas richiede attrezzatura dedicata. La vela, la più grande che avete. 5.3? Bene. 5.7? Meglio. Ci sono 5.9 nel lineup.

Detto questo ho preso sto posto con tutti i venti. In gara ho avuto batterie a 25 kt+ con down the line modello Sud Africa con la mano davanti in traction e super speed. La 4.6 mai tirata fuori dalla sacca ma 2 giorni era la sua su 2 settimane.

L’onda. Qui parliamo di un miracolo della natura. Questa da sola vale il trip anche una sola corsa. Nelle giornate buone connette dal point davanti al faro fino al faro resort che è 2 km sottovento e inside. Un’unica grande magica parete infinita che invoglia a fare turns su turns e che rappresenta in una iterazione unica – 1 onda – il budget onde annuale di una serfista medio europeo. Non è cattiva e non la perdi mai. O sea. Se anche la droppi ed hai 50 mt di sezione rotta davanti se allarghi il bottom e pompi un po prima o poi recuperi la parete e vai per il nirvana del windsurf.

Non è un’onda radicale o “consequential” come hookipa o oneye ma è un’onda che quando sale sopra l’albero può prendere la tua roba e rispedirtela a casa senza il tuo consenso. Il giorno grande della gara dello scorso anno alcune persone sono finite nel Pier. Poi aggiungo una foto satellitare per farvi capire di quanta strada parliamo.

Altra cosa. Se cadete come me spesso in virata preparatevi a perdere decine di mt di sopravvento in pochi secondi. La corrente con lo swell è notevole. Questo in gara è un killer perché la vera lotta qui non è a chi serfa meglio ma a chi sta più sul point. E ti vedi rapidamente scorrere come alla moviola gli avversari sopravvento mentre tu provi a tornare disperatamente a cavallo della tavola.

Parliamo di almeno 3 km

Altro trick. Evitare di portarsi sul picco navigando nei giorni light. Meglio camminare lungo la spiaggia. Portarsi al point può richiedere best mezz’ora nei casi come ieri anche 2h. In spiaggia via terra parliamo di 15 minuti. Ovvio che arrivi distrutto e poi devi navigare fuori dal point ma almeno ti eviti di fare bordo a uscire bordo a rientrare di 1 miglio per prendere letteralmente 100 mt di sopravvento.

Concludendo il pacas non è un posto per cuori leggeri. Come la mecca è un posto da visitare almeno 1 volta nella vita e che può dare grandi soddisfazioni ma .. richiede un grande investimento di tempo, soldi ed energie.

Se però siete determinati – e se siete su questo articolo e questo sito lo siete – l’oro degli inca vi attende

Chiedete all’autore se volete sapere di più.

Buenas y buen viento!

Meeting Robby

Quando si dice che te mettono in mezzo..
E non era manco la prima volta.

La prima volta fu al suo negozio a Oahu subito dopo le piramidi egizie ma prima dell’assassinio di Giulio Cesare.
Ci eravamo persi il cazzabubu il giorno avanti in spiaggia. Si dai la manovella per deboli per tendere la vela.
“Matte ma quello non era Robby che è passato?”
“Si”
“Che si fa? Fingiamo indifferenza o ci buttiamo ai suoi piedi?”.
“Daje corri che sta a anna via”
E qui una frase di attacco che penso stia ancora a ride.
“Is this the myth of windsurfing?” o qualcosa del genere.
Ci guarda come si guarda due poveri cristi che per incontrarlo hanno attraversato il mondo.
Umile: “Dont know about the myth, but yes I’m Robby”
Si parla del più e del meno. Lui risponde con pazienza ed educazione. Fino alle condizioni.
“We were sailing d-head if was super”
2mt come fa l’estate tutti i giorni quando non c’é swell.
Lo zio ci guarda e sorride.
Poi si porta la mano al petto di taglio e sorridendo fa “Yes good. Up to here”
Li abbiamo capito cosa Einstein intendesse per relatività.
Quello che per noi era un sogno a colori per lui era un giorno che se poteva salta senza rimorso.
Quell’incontro come tutti i successivi almeno 5 in posti diversi tutti indimenticabili.
Grande zio Robby 🙌
And thank you for windsurfing

Silvermine

La storia di una bellissima passeggiata in quel di Silvermine, il parco sulle montagne che dividono la zona di Costantia da Nordhoek.

Silvermine

A fine 1600 si pensava che queste montagne contenessero argento. Ora sono parte del parco nazionale di Table Mountain, che ne garantisce la conservazione.
Ci sono vari percorsi di trekking, quello che ho scelto porta all’Elephant Eye, una caverna. Non ci sono arrivato (round trip 2.5 hr) ma devo essere stato molto vicino, visto che mi sono affacciato ad Hout Bay, dall’altro lato della montagna quindi, e ci ho messo 2h e 10.

Silvermine Walks


Bellissimo il percorso nel fynbos, la vegetazione tipica di Table Mountain e Cape Point, che non finisce mai di stupire. Se osservate da vicino farete fatica a vedere due cespugli identici. E questo probabilmente è uno dei motivi per cui Cape Point peninsula da sola costituisce uno dei regni vegetali al mondo. Gli altri 4 sono grandi come continenti o multi-continente.

Cape Floristic Kingdom

Mentre attraversavo l’ultima parte del percorso, verso un punto di osservazione denominato a ragione Eagle’s Nest, una coppia di aquile di Verraux mi sono passate a fianco mentre volavano contro corrente – il forte vento che proveniva dall’oceano, accelerato dalle montagne a picco su Hout Bay – a poco più di un metro da terra. Purtroppo è mancata la prontezza con la macchina fotografica. In un secondo erano già lontane.

Aquila di Verraux

Un breve video, per dare una idea di quanto è suggestivo trovarsi catturati tra le nuvole a pochi metri di altezza e la vegetazione del parco.

Tra la terra e il cielo

Ho chiesto infine a ChatGPT un suo breve contributo sul parco. Ecco cosa ne pensa il nostro amico artificiale. La cosa interessante che la prima volta si è inceppato. E aveva scritto cose abbastanza diverse. Si vede che anche lui è multipersonalità..

Il Parco Naturale di Silvermine è una bellissima area naturale situata nel Parco Nazionale di Table Mountain a Cape Town, in Sud Africa. Il parco è famoso per le sue splendide vedute delle montagne circostanti, nonché per la sua abbondanza di fauna e flora.

Il parco si estende su un’area di oltre 2000 ettari ed è casa di una vasta gamma di animali, tra cui babbuini, antilopi e diverse specie di uccelli. L’area è anche rinomata per la sua ricca vegetazione fynbos, unica nella regione floristica del Capo.

Una delle principali attrazioni del parco è la diga di Silvermine, una popolare area per picnic, nuoto e pesca. I visitatori possono anche godersi una serie di attività all’aperto, tra cui trekking, mountain bike e arrampicata.

Il parco è facilmente accessibile e offre molte opzioni per esplorare l’area, tra cui sentieri ben segnalati e punti panoramici. Durante i mesi primaverili, il parco è particolarmente suggestivo grazie alla fioritura della vegetazione fynbos.

Inoltre, il parco offre anche un centro visitatori con informazioni sulla storia e la geologia dell’area, nonché sulla fauna e la flora che vi abitano.

In sintesi, il Parco Naturale di Silvermine è un’esperienza imperdibile per chiunque visiti Cape Town, offrendo la possibilità di immergersi nella natura selvaggia della regione e di godere di panorami mozzafiato.

Sunset in Sunset

Non potendo surfare qualche giorno fa mi sono messo a guardare i miei amici windsurfisti. Ero andato per fotografare Mitch, che però era al parcheggio prima ed aveva appena finito. Sono arrivato col sole già calato ed ho avuto il tempo di fare qualche scatto.

Perfection

Silenzio parla Agnese.

Mi sono fermato a Misty Cliff col mitico Waggy ch era venuto per farmi delle foto.
Misty Cliff il vento non bastava ma guardate lo spettacolo!

Capiamoci bene

Storia di una uscita al capo con l’alta marea

Che se semo inventati oggi?

Di uscire a Cape Point con l’alta marea.

Eddie has gone!

Ma vediamo bene perché. Conosco il Sudafrica diciamo .. benino.
E che Cape Point lavori con il fading SE ce sta.

Quindi perché non ho controllato per tempo le perversioni?

Valloasape.

In compenso so italiano, e da bravo italiano sono andato a fare colazione da 3CT, e li ci ho trovato altri italiani e serfisti come me.

“Cape Point oggi lavora, hai visto?”

“A voja!” (ma porca di quella imbarazzata come ho fatto a farmelo sfuggire?)

Torno a casa, controllo le call e vedo no slot. Daje

Già ma quanto ce vole pe Cape Point da Blouberstrand?

“Ma guarda stai sull’ora” (tempo misurato circuitando da presso una nana bianca, ndr)

Vabbe quindi nora anda nora rianda serfo un paio di ore sto a casa per la call.

Apro gmaps (nb al Capo ci sarò andato non meno di una 20ina di volte divise in varie iteriazioni) e esce fuori la triste verità, che potrei dovrei sapere bene: 1:45.

Porca paletta, corri!

Me butto, per trovarmi bloccato sulla R27 (detta anche la strada della speranza .. di non trovacce traffico visto che porta in città) 20 minuti per non aver svoltato in tempo.

Arrivo e m’ero dimenticato della marea.

Già al Capo si esce di bassa.

Ovviamente – vedi tu il culo – era bassa la mattina presto quando sono usciti tutti. Mo sono le 12:00 e stanno andando tutti via.

The situation

Vado a vedere. La situazione non è rosea. La spiaggia già non si vede più. La spiaggetta sottovento dove si ripara con l’alta non esiste più. Una distesa di scogli. Sabbia lavata via dall’oceano. Scogli relativamente tondi, ma dall’aspetto abbastanza solido. Tipo roccia insomma.

La ex spiaggetta di ripiego non è quella in fondo (Platboom) ma l’ansa in primo piano

Monto in macchina per andare via.

Poi penso. Ho speso 15 euri per entrare e fatto 2 ore di macchina.

Sto al Capo. Quando me ricapita?

Retromarch e me butto.

Solo e pensoso i più deserti oceani vo misurando a passi tardi e lenti

Entrare dalla spiaggetta non è difficilissimo, se uno sa stare in equilibrio col ventone e tavola e vela in mano mentre saltella tipo stambecco marino di scoglio in scoglio. E riesce pure a capi ndo mette i piedi roccia dopo roccia senza guarda, perché in mezzo davanti e sotto di te hai la vela. Uno skill da serfista avanzato, direi.

Arrivo all’acqua più o meno illeso.

Parto e pijo subito un bel set sui denti, con la temperatura dell’acqua capesca (o capiana? sembra appena uscita dal freezer e due anni fa abbiamo fatto simpatici bordi con un pinguino).

Esco fuori vento floscio per la 4.5 e onde da alta.

The moscions. Aspetta che capto il tuo pensiero “ad avecceli in italia moscioni cosi”.
Ecc .. è quello che ho pensato pure io!

Moscioni senza parete e che vanno a chiudere.

Passano 10 minuti e già penso a che me dovrò inventare per uscire dall’acqua. In queste situazioni (maui, mauritius uguale) in cui entri che non sai se ne esci intero, di fatto l’uscita non te la godi tanto. Perché già stai ad architetta che te dovrai inventa per tornare a terra sano.

Mette vento 20 forse 25 sotto raffica. Le onde, salendo la marea, aumentano. Improvvisamente mi ricordo dove sono!

E’ il cavolo di Capo di Buona Speranza, tristemente noto ai navigatori che spesso aspettavano settimane per dribblarlo in sicurezza.

The measure, there was.

Becco una serie a uscire. Sembra che la passo. Mollo la roba sul picco del tutto stallato e cado, apparentemente salvo per un pelo.

La tavola ha la grande idea di farsi prendere dall’ultimo fremito di onda, un mostro in arrivo diretto dal southern ocean, e con la suddetta onda si fa quei 150 mt verso riva, ma sarebbe meglio dire verso le rocce.

Mi risolvo all’unico vero sport che pratico con continuità da quando sono nato: il nuoto.

Nella variante già ampiamente praticata a maui con incentivo di 5k se arrivi primo. I 5k non li guadagni, ma li risparmi evitando che la roba venga sfracassata sulle rocce. Oltre ad avere un mezzo per rientrare, che non è male trattandosi dell’aperto oceano e di correnti non proprio banali.

Certo non so più quello da sotto il minuto sui 100 stile. Dopo 50 metri chiamo subito il terzo uomo e il massaggiatore della squadra per un piccolo break.

Do un’occhiata e vedo che la roba si è avvicinata tanto.

Do una occhiata dietro e vedo le sorelle dell’onda che aveva portato a spasso la roba.

L’adrenalina fa il miracolo.

Parto tipo eliscafo e recupero la roba prima dell’arrivo dell’ultima della serie che avrebbe definitivamente stampato tutto su imprecisato punto della costa.

Riprendo a serfare e nonostante la piccola avventura riesco quasi a divertirmi. Siamo in 3 e questo mi conforta.

Prima di schiantarmi io a uscire – la spiaggia a questo punto non esiste più solo rocce – vedrò che fa uno dei due.

Quindi il piano è serfare e fino a che uno dei due non rientra e poi seguirlo.

Aho, ragazze e ragazzi, in acqua vale la legge della savana. Mors tua vita mea.

Di certo non volevo aprire la sagra degli spalmati a roccia.

Ma mi vedevo un buon secondo.

Finalmente uno dei miei pariah rientra. Vedo che rimane tra acqua e rocce un buon paio di minuti. Non un buon segno.

Poi lo vedo issarsi sulle rocce e .. salvo.

Già, ma la roba?

Da fuori impossibile dire se ha fatto un toast con la tavola.

La mia è nuova e per rispetto al lavoro di Gianni mi dispiacerebbe schiantarla proprio subito.

Cosi mi serfo un’onda fino all’imbocco della baietta e poi punto a riva.

Incredibilmente i settoni di prima mi graziano e arrivo in un momento di calma. Un po’ per scelta ma tanto per culo.

Arrivo alle rocce dove si tocca, non bene, e già cammini su un fondo roccioso molto sdrucciolevole.

In qualche modo isso tutto, non prima di aver perso la vela che si riempie di acqua con una risacca per fortuna in maniera non critica: è di fatto un ottimo modo per fracassare il rig quello di riempirlo di acqua su onda di risacca.

Appena più o meno in salvo separo tavola e vela e me la cavo con qualche sgraffignata sulla tavola (siamo all’inevitabile) + i piedi scartavetrati ma nulla di che.

Al final chi me l’ha fatto fa?

Me l’ha fatto fa il fatto che ho messo un’altra ora e mezzo di oceano sotto la cintola, in un posto che amo con onde che noi in Italia manco vediamo in cartolina.

Il resto è noia.

O – al massimo – il post di un blog.

Allego le foto dell’ultimo entrato, quando eravamo usciti tutti e 3 (la prima delle 3 al finale era è donna e se non sbaglio la conosco pure..)

Questo collega in foto invece entrando l’ho sentito chiamare i suoi dei ed avi nordici più volte a voce alta quando un paio di serie l’hanno spalmato sugli scogli al centro della spiaggetta di ripiego.

Sembra senza danni, visto che poi ha serfato.

E dopo aver visto le nostro fantozzinate a uscire, ha optato per la solida e lunga via di Platboom. Cosi denominato proprio perché stai sul Plat e non sulle Rocks. Il boom è il rumore di quelli che escono dalla (ex) spiaggetta. Ora ribattezzatta roccetta.

Il paraventone serfa
Il paraventone esce da Platboom. Ma poi perchè cosi a filo??
E mo pero fatte la collina a torna, va..

Update Petizione 18/12/2022

Ultimo update presumibilmente della petizione.
Abbiamo quasi raggiunto 1000 sottoscrittori: mi auguro questo succederà entro stasera domenica 18/12/2022.
Siamo già andati a parlare con un Consigliere regionale che ha preso a cuore la vicenda. Lunedi saremo insieme a Raffaele Giannitelli Architetto Ambientale e Marco Begalli in rappresentanza degli atleti Italiani ed Internazionali a parlare con l’Assessore allo Sport del Comune di Tarquinia.
Mi auguro che l’incontro sarà risolutivo e che la notte possa tornare a dormire sonni tranquilli.

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Update Petizione dell’11/12/2022

Sono entrate nuove firme eccellenti, come ad esempio Russ Faurot un local fortissimo e super simpatico di Maui, e ne sono state annunciate diverse altre che però ancora non si sono concretizzate.
Mancano invece ancora tanti troppi atleti italiani.
Per quanto riguarda le firme VIP possiamo contare su diversi illustri rappresentanti dell’economia Italiana ed Internazionale: Il capo Europeo di Google nonché fratello di Scott Mr. Craig Fenton, diversi rappresentanti di alto livello dell’industry Venture Capital e Private Equity, l’ex nr 4 indiano di Google Inc e suo responsabile M&A per 15 anni, diversi serfisti illustri Italiani (Paolo Dammassa di Connexia, Enrico Orsenigo di Palladio Capital) più tutti i VIP che riuscirete a mettere dentro voi.
Riallego il foglio excel aggiornato con i grafici per gli amanti delle statistiche.

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