Il windsurfsita - una nuova specie a rischio estinzione

Poveri uinserfisti.
Certo che de sti tempi non dev'esse facile pe loro.
Non che fino a oggi fosse più facile.
Tra fidanzate/i, mogli/mariti, pargoli, parenti vari e amici, il uinserfista ha da sempre avvertito una certa pressione sulle sue uscite. Per qualcuno a questa si aggiunge anche quella dello studio e successivamente del lavoro (a roma non per tantissimi in verità) , sempre valide alternative a un'uscita con le condizioni giuste.
Non parliamo poi delle condizioni fisiche, che su una classe demografica di praticanti congelata (con l'eslcusione dei nuovi arrivi dal freestyle) largamente intorno o sopra i 40 anni, le ciaciù e i pusclup non sono proprio più no scherzo da ragazzi, e ossa e scheletro spesso richiamano i giovani di spirito alla ragione.
In aggiunta come non ricordare la sempre presente capitaneria/carabinieri/polizia del mare attenti ispezionatori dell'osservanza delle delle leggi del mare, che prevedono almeno un'armatura in ferro per uscire in freestyle e àncora + 20 mt di catena a bordo se ci si allontana più di 5 mt da terra. Pena inseguimento, multa e se dice proprio bene anche sequestro dell'attrezzatura.
Bene oggi ai pericoli antichi se ne aggiungono di nuovi.
Molto semplicemente. C'è la precisa volontà di non offrire più il passaggio fisico all'acqua, cancellando spiagge e spot a favore di banchine e centri commerciali.

Tra le tante priorità della nostra amministrazione sicuramente gli spot uindsurf (e surf) non sembrano rivestire una grande importanza. Tanto meno amministrazioni come i comuni di fiumicino e di civitavecchia che nel passato si sono fatte in quattro per ospitare eventi di portata internazionale e si sono riempite la bocca (ma solo quella) di amore per il nostro sport.

Ricapitolando la situazione spot da sud est:
Centrale: dopo la costruzione della nuova centrale a carbone (sulla cui scelta, sia in termini di convenienza economica, sia in termini di rispetto degli accordi di kyoto sia in termini di tutela della salute dei cittadini, si rimanda ad altro sito, ma le implicazioni sono sotto gli occhi di tutti) il vento molto semplicemente non entra più, e quand'anche entrasse, rimane sempre il problema di cosa si va a respirare in acqua facendo sport (e quindi a polmoni belli dilatati). Polveri sottili di carbone e CO2 a manetta, notoriamente cancerogeni.
Paesello: pare sia stata decretata la costruzione di un porticciolo turistico alla frasca, in barba al fatto che è un luogo nella lista di siti protetti europei per le sue caratteristiche naturalistiche (peraltro è forse uno dei 2-3 "reef" naturali vicino roma) in barba al fatto che i fondali sono siti archeologici di primario interesse nazionale, in barba al fatto che la pinetina (stranamente vittima di diversi incendi quest'estate) è luogo di tradizionale di picnic domenicale per generazioni di civitavecchiesi
Focene: decretata la costruzione di un nuovo porto turistico a Fiumicino (ma non ne hanno appena fatto uno a ostia?). Guardando i piani si estende in lunghezza grosso modo fino a metà della pista dell'aeroporto. Questo vuol dire che la presenza della diga esterna modificherà sicuramente forma e consistenza delle onde. Speriamo in meglio. Ma a pensar male ..
Tutto questo partendo dall'assunto - per niente scontato - che venga mantenuto l'accesso alla spiaggia, visto che ci sono dei piani di sviluppo urbanistici e commerciali collegati alla realizzazione del porto stesso.
  
Tirando le fila, dei posti storici rimane fuori solo banzai, dove tempo fa provarono un assalto analogo a quello sperimentato dagli spot windsurf, che i cugini serfisti sono riusciti a rintuzzare.

Ma se a Maui qualcuno provasse a fare la stessa cosa con hookipa? E se spianassero sunset a cape town? Se asfaltassero oneye per farci un'autostrada? E perchè non fare un bell'hotel a punta preta?1)

Insomma, come certe specie di uccelli migratori a rischio, o le foche monache, o i pinguini che sono andati a farsi le ferie sulle coste del brasile, anche il uinserfista a breve non avrà più i propri territori di allenamento e riproduzione e come tale è da considerarsi specie a rischio in italia, da inserire nella lista del wwf, e da escludere dalle specie cacciabili.

Ma questo sviluppo economico a tutti i costi fino a dove ci porterà?
Quando avremo cementato la costa laziale e non sarà più liberamente accessibile neanche un cm di costa (prova a cercare un passaggio libero a mare a ostia) e inquinato completamente la pozza mediterranea (che è già riscaldata, superossigenata e fortemente a rischio) ci riterremo alfine soddisfatti??
 
Per chi volesse approfondire:
YouTube - No al carbone
Greenpeace a Torre Valdalica
Italia e quote CO2
 
Civitavecchia: firmato accordo per il nuovo terminal
La frasca un sito da difendere tutti insieme 
Civitavecchia: la Centrale ed il nuovo porto cancella un sito ricco di tesori etruschi
Civitavecchia: sì a rinnovabili e risparmio energetico, no al carbone 
Porti di Roma "Porticciolo alla Frasca: perché no"   

1) In realtà a bigbay (cape town) pure i sudafricani stanno preparando un bello sviluppo commerciale, e poco sopravvento a punta preta (sottovento già ce sta!) sta partendo la costruzione di un mega complesso che prevede anche un porto turistico.. con le onde che arrivano la. Beati loro ..