Le precedenze sull'onda e in acqua

La vista del mio reef preferito invaso da masnade di planatori lanzichenecchi, portati dalla semplicità di organizzare una vacanza con il club Mistral, Alpitour del surf e vera e propria jattura dei mari, almeno in questa location, sbagliata e pericolosa per mettere una scuola, mi ha fatto pensare che sarebbe utile rinfrescare le regole di precedenza sull'onda, specie nella sezione inglese del sito. Devo dire che gli italiani che viaggiano infatti in genere hanno in genere il livello appropriato. Semmai con loro, specie con alcuni compaesani romani, il problema è un altro . . . il rispetto delle regole.
Ma questo lo sapete pure voi, basta infilarsi nel traffico a Roma per capire di cosa parlo.

Le regole che seguono a differenza dei dieci comandamenti non sono stampate nella pietra, non c'è un organismo internazionale che legifera e sopratutto le faccia rispettare a colpi di pallettoni di sale nelle chiappe, come andrebbe fatto, ma piuttosto sta all'intelligenza e alla correttezza dei windsurfisti applicarle con rigore, visto che ne va della propria sicurezza e della possibilità di divertirsi.

In due su un'onda vuol dire che ne te ne lui vi divertite (a meno che non siete Polakow e Naish), vuol dire probabili urla e probabili contestazioni.

Allora perchè non evitare più semplicemente di droppare, se non è il caso?

I dieci comandamenti (più o meno) del windsurf

I - Chi è più vicino alla sezione che rompe e sopravvento sulla stessa onda ha la precedenza. Questo chiaramente non giustifica furbate del tipo venire da dietro e stringere la bolina per fregare l'onda a chi la stava prendendo naturalmente e che magari ha lasciato a qualcuno in precedenza quella prima, quindi è stallato e in attesa della successiva. Non giustifica neanche venire da dentro (inside) strambare o virare all'arrivo dell'onda e piazzarsi in precedenza.
Queste sono furbate da traffico di Roma e certo non giovano alla vostra sportmanship, ammesso che ve ne freghi di essere considerati sportivi.
Alla lettera la regola è rispettata, ma si fa nondimeno la figura di gran cafoni.

II - Chi esce ha precedenza su chi entra con l'onda. La manovrabilità di chi sta sull'onda è molto superiore, e sopratutto in condizioni di grosso chi esce spesso non può far altro che lascare e qualche volta neanche quello, mentre chi è sull'onda può anche fermarsi un istante sul picco per poi ripartire sulla stessa onda a surfista passato. In particolare in caso di due o più persone che stanno uscendo insieme allo stesso momento e qualcuno che scende puntando tra i due (o più . . . . specie ad Hookipa, la Sangiovanni intasata degli Oceani) la situazione è critica, gli spazi minimi, e sta a chi serfa l'onda avere pazienza e al limite rinunciare al bottom radicale.
Chi sto bottom se lo deve tirare per forza come dice lui, a spese delle caviglie e del materiale di chi sta uscendo è cerebroleso e non ha attenuanti neanche se fa Francisco di primo nome.

NB: la formulazione di questa regola non segue la versione purista in voga negli spot wave del mondo che vorrebbe al contrario tutti i diritti per chi sta sull'onda. Segue solo un minimo di buon senso e un pò di esperienza e di praticità.

III - E' quasi sempre ollerato partire su sezioni diverse e distanti della stessa onda .. a patto che quando e se il serfista sopravvento raggiunge quello sottovento, questo si a di sponibile all pull-out (uscire dall'onda) e non faccia la faccia meravigliata del tipo "E questo mo da ndo arriva?" "Arrivo da sopravvento, bro, get the .. off the wave"

IV - Windsurf e Kite nello stesso spot. Recente addizione ai 10 comandamenti .. e purtroppo - vedrete - il futuro prossimo sventuro anche da noi.
Le regole tradizionali sono inapplicabili. I kite planano di più, possono prendere l'onda da prima, possono saltare intere sezioni chiuse.
E' la stessa differenza che passa tra longboard e shortboard nel serf.
In California si sono divisi gli spot, dopo aver litigato un pò. A Malibu c'è un picco short e due o più picchi long (è la patria del long!!), anche perchè il tipo di onda preferito dalle due famiglie acquatiche è leggermente diverso.
I kite sono arrivati da poco e il livello a molti ancora non consente waveriding (ndr: articolo risalente al 2003 .. oggi se la giocano alla pari col windsurf nella Capo del Capo), ma quando succederà che un manipolo sarà in grado di surfare, in 4-5 possono otturare completamente uno spot, LO POSSO GARANTIRE.
Quindi l'intelligenza sta in evitare di frequentare gli stessi spot (a Hookipa per esempio il kite è vietato, e così dovrebbe essere a Oneye, francamente, a Focene, a Banzai, alla Centrale etc etc).
Nel caso in cui ci si trovi a condividere lo spot, sta al kitista "regolarsi" e permettere al windsurfista di surfare, altrimenti si finisce per passare alle maniere esplicite, come è successo allo scrivente, per difendere il proprio "Right to the waves (Diritto alle onde) " (pensate che scherzi? in America è stato votato un "Open Waves Act, contro il localismo, emesso dal senato della California) di fronte a 5 francesi che al reef esterno pensavano di aver montato la giostra .. tra cui la campionessa mondiale in carica, di cui non ricordo il nome (fa kite!) ma che era l'unica corretta, in un branco di indisciplinati.

V - Evitare di uscire sul reef se non si ha il livello. L'Europa offre molti posti per imparare a serfare, e andare a Mauritius (primo reef) o a Hookipa (o in altro posto radicale) senza saper strambare bene è semplicemente assurdo, a meno che non vi limitiate a serfare in laguna. Invece è capitato svariate volte di trovare teutonici caschetti in partenza dall'acqua dopo la caduta sulla strambata in pieno reef .. Al meglio bisognerebbe organizzare la propria progressione in questo sport in maniera di non essere di impiccio a nessuno (es: anno I Porto Pollo/Garda; anno II Alimini, anno III Canarie, anno IV Focene ;-) )

VI - Quando saltate evitare di mollare la roba quando si è in alto. Quello che può succedere sottovento non è niente di bello. Ad Hookipa ogni tanto si vedono attrezzature mollate durante un high jump o un high back farsi tutto il reef verso sottovento alla velocità della luce, e ho assistito a diversi impatti con Ufo-Asc (oggetti volanti non identificati appartenenti a serfisti cretini).
Per contro se siete sottovento a qualcuno, fate sempre attenzione, eventualmente rallentate e cedetegli il passo prima del salto. Ne va della vostra salute e incolumità.
Quando saltate datevi sottovento spazio sufficiente per sbagliare la manovra senza ammazzare nessuno.

VII - A meno che sappiate molto bene cosa state facendo evitate di strambare o virare sul reef. La gente tende ad arrivare veloce, e spesso ad atterrare da 4-5 metri senza avere la piena idea di cosa c'è sotto. Se cadete lì in buona sostanza sono affari vostri.

VIII - Non c'entra pienamente con il wave, ma è - spero - un consiglio prezioso. Quando si incrocia qualcuno la regola nautica vorrebbe la precedenza per chi ha le mura a dritta. Molti serfisti non sanno neanche che cosa siano le mura, alcuni hanno i fiocchetti sulle maniche per distinguere la destra dalla sinistra.
Quindi non pensiate di poter chiamare la precedenza urlando "Starboard" , appunto "Mura a dritta" in inglese, nonchè marchio di tavole ancora poco conosciuto e distribuito in Italia (NDR articolo del 2003. Dopo la conversione del Gaspero hanno preso di mira anche il mercato italiano), per analogia al Moro di Venezia e a Luna Rossa.
Fidatevi solo del vostro intuito e analizzate il livello di chi incrociate in un nanosecondo. Dall'assetto si capiscono molte cose.
I più pericolosi sono i novizi se sono vicini alla catapulta per imperizia o stanchezza, o magari sono a fine bordo e stanno per mollare la vela perchè non sanno strambare (comportamento tipico del gentil sesso, quando impara).
Evitate di passargli sottovento a meno di 4 metri e fishi (la lunghezza fuori tutto dell'albero). Sommando infatti la loro velocità alla vostra, andate a impattare a una 70 di kmh contro l'attrezzatura di un altro, e non è il massimo della vita.
Se comincia la partita di torello, ovvero siete in rotta di collisione e tu orzi, lui orza, tu poggi, lui poggia, etc etc prendete voi una decisione sulla direzione e tenete quella, modello Sambuca Molinari. Lui si adatterà alla vostra (se è furbo e dotato di istinto di autoconservazione, altrimenti nel successivo schianto vale un postulato dell'evoluzione della specie .. sono sempre i geni migliori o più adatti che sopravvivono). Entrambi eviterete di rifarvi la dentiera nuova.

IX - Quando si cade in prossimità del reef con le onde che incalzano, specie se grosse, cercate di tenere la tavola e la vela sotto controllo. Usate la tecnica Cantagalli (penna infossata nell'onda, tanto più giù quanto meno volete che la vela e la tavola vengano trascinate indietro dall'onda che arriva) ed evitate di spedire il classico siluro verso riva .. tavola e vela alla velocità della luce nella schiuma non promettono nulla di buono quando vanno incontro al successivo malcapitato che sta uscendo, o - peggio - è caduto pure lui, ma più nell'inside.

X - Always beware of the locals (attenti al cane, no pardon, al local). Non rispettano quasi mai le regole e quindi sono imprevedibili. Contatevi e decidete se è il caso di reagire o di abbassare la cresta e lasciarli fare, pur di serfare in tranquillità. Personalmente e come esposto sono un grande accolito del "Right to the Waves" (il diritto de surfà in santa pace), sempre, anche in situazioni di minoranza numerica e apparentemente autolesionistiche. Dopo aver fatto 6,000 km o anche più per serfare bene investendo una quota più o meno elevata dei risparmi di un anno, non saranno certo due local a fermarvi, o no?

XI - Prima di strambare, specie se andate a manetta, controllate sempre chi arriva da sopravvento, e se avete spazio sottovento. Datevi spazio con quello prima e quello dopo (se siete in fila indiana o nella stessa traiettoria) per poter cadere in santa pace, senza che vi passi in testa un espresso il secondo successivo. Questa è specifica per i posti termici a partire da talamone

XII - Essere sempre presenti a se stessi, ovvero guardarsi bene intorno, e tenere sempre sotto controllo la situazione.
Banale, no? Dice, e allora perchè c'hai sprecato una regola intera?
Quante volte si sente "I was not watching" (non stavo a guardà) da parte di gente che te ha centrato con l'attrezzatura o ha rischiato di farlo.
Brother, se vuoi dormire, rimani a letto.
Se vieni a surfare sul reef devi statte accuorto, come dicono i nostri amici partenopei, per te ma soprattutto per gli altri. Chi dorme è un pericolo pubblico .. quindi off the water (fuori dall'acqua) .. fino a sonno recuperato. Ah se pure sul reef ci fosse l'arbitro!!!! Pensa i cartellini rossi!!

Ndr: si vabbè so dodici, 10 non bastavano. Mo voi fa il puntiglioso?

Per farvi capire cosa si rischia, racconto alcuni degli episodi più tristi a cui ho assistito nella mia carriera nelle straps. Se pensavi al windsurf come a uno sport sicuro .. se sei un assicuratore con polizza sto scherzando

  • Lanzarote. Due serfisti in strambata insieme, stessa direzione. Quello sotto non si avvede di quello sopravvento. Quello sopra perde il controllo e centra quello sotto. Morale? Buco nel polpaccio del povero malcapitato (quello sottovento, che non aveva nessuna colpa, se non di non aver guardato sopravvento prima di strambare) , ricovero d'urgenza e fine del divertimento
  • Lanzarote II: Polmone collassato per un windserfista centrato in pieno torace da un altro, entrambi sul reef e difficoltà nel portare a riva il poveraccio.
  • Lanzarote III: pontile di Los Charcos: con un temibile local. Su un bottom in precedenza prendo nondimeno un urlo. Mi fermo e in spagnolo molto forbito (que cono quieres?) gli chiedo che cosa cercasse esattamente. Mi spiega che lui è local, quindi gli avrei dovuto lasciare l'onda. Gli spiego che serfavo Charcos prima che lui cominciasse a fare windsurf e quando lui era ancora girava alcolizzato per i bar di Puerto del Carmen a recuparare povere inglesi mezze ubriache.
    Non capisco perchè ma si imbufalisce e pianta un cazzotto in pieno caschetto. Ci separano prima di danni più gravi .. ma sarebbe meglio dire che lo portano via prima che mi distruggesse.
  • Porto Pollo: albero contro albero in andatura di due tizi su mura contrapposte e successivo schianto, tipo caduta di baobab nella foresta: sospetto trauma cranico per uno dei due e femore spaccato per l'altro
  • Manawa: incontro ravvicinato con local. Manawa è l'outside reef di Le Morne, e i local di Mauritius come tutti i local in tutto il mondo a casa loro si ritengono padroni. NDR: oggi fortunatamente i white shorts non esistono più, per intervento della polizia locale a favore del turismo. Il white short - inbufalito e fuorilegge - droppa una onda su cui ero in precedenza, e viene quindi superato sul bottom successivo senza neanche il classico strillo. Sul successivo cutback a distanza di qualche frazione di secondo, questo punta il lip (ovvero la mia posizione) .. mentre non lo stavo più seguendo con lo sgardo, visto la chiara situazione di precedenza a mio favore. Sento solo il classico rumore di una tavola che plana a stecca, e ho il tempo (una frazione di secondo) per girarmi e capire che quello puntava alle gambe e non per distrazione.
    Morale? Giro il boma chiudendo la vela e il malcapitato invece di spaccarmi le gambe e l'attrezzatua come desiderava, immola se stesso e attrezzatura alla propria idiozia modello camikaze islamico, prendendosi il terminale del boma in faccia, autoeliminandosi nell'onda e beccando pure una bella frullata. Niente di rotto nel killer, almeno mi pareva. Ma non che ne fossi terribilmente preoccupato. Nel successivo bordo verso riva avrei probabilmente preso un autovelox.
  • Golfetto (recentissimo): classica uscita alle prime luci dell'alba, ma post articolo di gasperini e quindi in pieno sovrappopolamento dello spot. Cado strano non succede quasi mai :-) su una manovra al centro del lago e noto un collega caschettomunito in andatura. Questi, come mi spiegherà più tardi, era abbagliato dal controluce che si verifica la mattina presto sui bordi mura a sinistra, ma procede sicuro, e apparentemente in controllo della situazione. Quando realizzo che non mi aveva visto che mi stava venendo addoso, è troppo tardi. Fortuna che ero dal lato opposto della vela. Morale: vela danneggiata alla seconda uscita e uscita rovinata. Se fossi stato dall'altro lato forse neanche starei scrivendo.
  • Innumerevoli episodi in cui a rimetterci è solo l'attrezzatura. Ma quel buco sulla tavola, quel taglio nella vela, oltre a essere un danno economico, specie se siete lontani da casa, vi metterà in difficoltà e talvolta non vi permetterà di uscire nei giorni successivi

Se vuoi aggiungere la tua storia, o la tua regola o hai parere diverso su quanto esposto, o vuoi aggiungere una regola manda la solita mail. Questa pagina idealmente andrebbe editata collettivamente in stile wikipedia. L'attuale versione ne vorrebbe essere solo una proposta iniziale.