Il nostro Puzziteddu ... Aprile 2005
Uno degli effetti sconcertanti della modernità è
il sovraccarico di informazioni . . ecco . . noi siamo finiti a Puzziteddu perchè
troppo informati. Dopo alcuni giorni frenetici in cui - alla ricerca di un lastminute
radicale non troppo lontano da una settimana - tenevamo in parallelo sotto controllo
la meteo di Capo Verde, Fuerte, Sardegna e Sicilia . . arriviamo a venerdi senza
biglietto in mano e con i siti più accreditati che levano il vento a
Cabo - decisamente la nostra meta preferita - per i primi due giorni della settimana
successiva. Mi consulto col DoctorWind . . e dopo un'occhiata a delle belle
previsioni su Sardegna e Sicilia, decidiamo per la Sicilia, un pò perchè
curiosi di vederla e dopo averne sentito parlare bene, un pò perchè
nella corsa delle meglio previsioni si piazzava abbondantemente prima.
Lo Zio a questo giro ci abbandona . . avendo prenotato un biglietto di traghetto
in cui praticamente lo pagavano per imbarcarsi e la casa col Massaro . . non
se la sentiva di cambiare rotta (la verità è che che si voleva
allenare freestyle, e le onde non gli andavano bene . . ma vabbè . .
).
Dopo aver centrato a Napoli una buca degna della faglia si Sant'Andrea in california
e aver bollato 2 pneumatici in linea (a Napoli pare sia la normalità
averceli così . . alla faccia della città che rifiorisce) sbarchiamo
a Palermo verso le 7:00.
Atmosfera frizzantina . . bel vento, occhio e croce il maestrale previsto .
. ma . . cielo nero e pioggia abbondante. Ma le sorprese non sono finite . .
scendiamo dalla nave e la temperatura è invernale . . saranno si e no
8 gradi. Avevamo controllato tutto, ma non la pioggia e la temperatura. D'altronde
con 6 su 7 giorni di vento previsti, voi sareste andati a cercare il pelo nell'uovo??
Mentre percorriamo la Palermo - Mazara del Vallo pensiamo ai telegiornali che
a dicembre fanno regolarmente vedere la gente che in Sicilia fa il bagno. Mi
chiedo dove siano andati a finire . . con 8 gradi forse stanno tutti a sciare
nelle Madonie . .
Al telefono chiamiamo Thomas, il gestore del centro surf di Puzziteddu e visto
il vento gli chiediamo dove è meglio uscire. Ci rassicura che il posto
è sicuramente Puzziteddu, che prende 7 venti su 8!!! . . NO
COMMENT . . dice si . . anche facendo due rapidi ragionamenti da premio nobel
mi immagino probabilmente due side, due side off, due side on e uno full on
. . . insomma . . un pò come in tutto il resto del mondo, o no???
Arriviamo dopo un paio d'ore al mitico Puzziteddu . .
Diciamo subito che il posto non è di una bellezza stravolgente . . una
spiaggia a cui fanno da sponda dei blocchi di cemento, i campi coltivati a vigna
fino a pochi metri dal mare, e una stradina dissestata in tufo che separa la
spiaggia dal centro surf omonimo, una casetta in legno con rimessaggio annesso.
Il maestrale in realtà è un N-NW. Già il maestrale entra
side-off . . con la componente nord è completamente off . Morale attendiamo
la motivazione ad uscire, vista la temperatura, e quando finalmente la troviamo,
ci accorgiamo che dentro la baia è rafficatissimo. Tempo di capire che
bisogna uscire fuori che il vento cala, nella migliore tradizione, dopo tentativi
energetici di tenere a bada una 4.5. Mare? Praticamente nulla.
Veniamo accomodati dal mitico Thomas del centro surf in una bella casetta (La
casa del surfista) multiappartamento, in compagnia di una combriccola di bergamaschi
kitisti finiti anche loro alle estreme pendici dell'impero . . Il vicinato sembra
Beirut dopo le incursioni israeliane, ma a parte il look non proprio cortinese,
il posto si rivelerà tranquillo.
Il giorno dopo le previsioni davano 35 nodi . . e in effetti la situazione
è da Mercoledi da Leoni. Vento sui 40 con raffiche più forti.
Mare non gigantesco ma devastato dal vento. Direzione full on. Impossibile entrare.
Dirottiamo su uno spot freestyle, l'imbarcadero dell'isola di Moxia o Stagnone,
memori di qualche lettura su Internet degli spot della zona.
Arriviamo con la solita pioggia battente, cielo plumbeo e raffiche impazzite.
Monto una 4.0 appena comprata (doveva servire per il Sud Africa Natale, poi
cancellato per le solite ragioni che ora faccio fatica a ricordare) e il freestyle
wave. La tavola è domabile, ma la vela strattona e la devo tenere aperta
sotto raffica. Morale faccio meno di un'ora e scappiamo a chiederci a casa con
la stufa al massimo.
Il day after i resoconti dello Zio dalla Sardegna e del suo NordEst incominciano
a farsi fastidiosi, e le aspettative salgono.
Il clima è sempre quello, freddo e pioggia, ma stavolta il SW è
più fattibile. Cerchiamo una cala sottovento allo spot tipico di Puzziteddu,
tutto in fondo alla strada che lo costeggia, fino a trovare una caletta che
lo prende più side. Montiamo una 4.5 e tra un'uscita e l'altra ci ripariamo
dietro il furgone di Giorgio, simpatico surfista di Milano venuto anche lui
a sfruttare i primi venti di primavera.
Si affaccia sullo spot a metà giornata anche Domenico Annibale, un fotografo
pro che ci segue tutta la giornata con macchina digitale . . . il sogno di ogni
surfista . . e l'unica soluzione valida al problema foto di surf (vedi articolo
) . .
I giorni a seguire saranno un crescendo di delusioni. Il giorno dopo prendiamo
il ponente, quello che finalmente viene side, ma è da 5.3-5.8 e freestylewave
con onde sul metro di dubbia qualità. Arriva poi il giorno di buco, valido
per andare a visitare i templi a Selinunte, e il previsto scirocco buca anche
lui, mentre in Sardegna spara a 30 nodi a San Teodoro. L'ultimo giorno entra
il maestrale forte, da 4.0-4.5, ma è completamente off e il mare non
entra, così che la vela in baia è troppo piccola per il freestyle
e in mare troppo grande.
L'ultimo giorno mentre già in partenza incontriamo lo Zio Robby . . anche
lui finito per qualche oscura ragione alle pendici dell'impero. E' appena arrivato
dalle Hawaii, mezzo intontito dal fuso orario, ma sempre capace di creare intorno
a sè l'atmosfera magica da "il windsurf l'ho creato io . ."
Ci mettiamo in coda per la foto di rito, lo riprendiamo per i saluti al sito
e pensiamo a che chiappe sfoderate devono averlo seguito tutta la vita, visto
che per il giorno dopo danno vento da W e onda formata . . la condizione non
plus ultra di Puzziteddu . .
Morale, buon diversivo per passare qualche giorno,
ma sinceramente non credo che sia una mecca windsurfistica come viene venduta.
Sicuramente qualche giorno col ponente le onde si faranno belle, ma niente da
fare invidia ai nostri spot romani quando rompono bene. Le statistiche del vento
ci sono, ma sono paragonabili alla Sardegna, forse un pelo sotto se parliamo
dell'estremo nord e Sud dell'isola.
In compenso se magna bene, nella migliore tradizione sicula, ma bisogna cercare
con cura. A cominciare dai ravioli con la ricotta la mattina (suona da pranzo,
ma è roba da colazione) per passare alla cena. Suggeriti due posti .
. una in zona stazione (la Bettola o qualcosa del genere . . anche se il nome
non ispira è proprio attaccata alla stazione) e invece per mangiare i
cous-cous il ristorante alla Casbah, in Piazza Santa Veneranda.
Photo di action: Domenico Annibale
Studio: VideoKDue
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