Arcari: un uomo un mito!

Chi scrive lo conosce da 15 anni. Nell'epoca Internet, dove i secondi sono decadi, praticamente da una vita.
Arcari è la quintessenza dei sogni del windsurfista medio.
Imprenditore di successo, un uomo che ha fiutato il business del telefonino e diceva "un giorno ne avrete tutti uno" quando i più lo guardavano come un alieno (tanto pe capisse e valutare l'importanza della "vision" Bill, il suo pariah ma molto molto più pippa sul surf e sugli sci dal canto suo diceva e dice "a PC on every desk" . . )
Luigi ha capito in età insospettabile quello che la gran parte di noi ci mette anni a capire . . . ovvero che l'unico sistema di vita compatibile con gli sport di scivolamento è quello di essere padroni del proprio tempo e da vero ingegnere del proprio destino ne ha tratto le debite e immediate conseguenze. Tanto di cappello!
Ora che ha dimostrato al mondo che aveva ragione lui, che si è tolto le soddisfazioni professionali creando dal nulla un'azienda che è una solida realtà di mercato, il nostro, di nuovo mostrando la lungimiranza e la coerenza che pochi a tal punto riescono ad avere, si è chiamato parzialmente fuori per dedicarsi pienamente alla famiglia e ai suoi sport , che non sono pochi.
Arcarov, il surfista bulgaro, come è conosciuto dai suoi amici di vecchia data tra cui il grande Zavatta, di sport ne fa diversi . . . un vero scivolatore completo.
In acqua si diletta in windsurf e kite, fa wave in posti belli (ma sventati, vedi Barbados!) da diversi anni, nel Lazio/Toscana è sempre all'erta per l'onda e la condizione giusta.
Ma il suo ambiente naturale vero è la montagna. Grande appassionato se la fa in tutte le salse, a piedi, in b icicletta con i racchttoni, con gli sci e lo snowboard. E' uno dei migliori freerider italiani, sempre a caccia di nuovi passaggi nelle dolomiti bellunesi e suo agio tanto sui costoni del Monte Rosa in fuori pista che ai valloni del Gran Sasso.
Il suo anno si divide esattamente in due emicicli, maggio - novembre e novembre - maggio
Per i primi sei mesi caccia il vento, per i secondi la polvere bianca (no, non quella, quell'altra naturale e più costosa ancora)
Quindi allo stress del vento somma lo stress da neve, e capirete perchè spesso lo trovate inviperito.
Ma la natura gli ha fatto anche un'altro scherzo: i periodi di trnasizione (novembre-dicembre e maggio-giugno) sopratutto quando le condizioni niveo non sono all'altezza . . . Lo troverete fortemente indeciso sul da farsi, con la tavola wave sul tetto e gli sci alpinismo nel cofano.
E' stato visto presentarsi alla centrale sotto scirocco con 21° di temperatura esterna a dicembre in tenuta piena da sci , e viceversa, in pantaloncini e maglietta in cima al Monte Rosa a -35°. Ogni tanto si confonde anche lui!!