Dice Luca!, qual’è la tua prima associazione libera con le Hawaii?
La magia di un arcobaleno?
Il misticismo di un tramonto ad Honolua Bay dopo una session con dimensione umana?
Le incredibili onde di Jaws?
Le incredibili condizioni perfette di Hookipa?
No signore. Nulla di tutto questo. La verità è piuttosto questa:
F***ing dish washing.
Dentro la mia testa ogni volta che penso Hawaii penso ai piatti che avrò da lavare. Migliaia di piatti. Decine di migliaia.
Ma dico? Sto paese che sostiene di essere arrivato sulla Luna – uno dei più grandi cover up della storia dell’uomo, secondo solo alle torri gemelle – possibile mai che si perde sui piatti?
Nel 2016 ero cosi disperato che ho pensato, mentre cercavo business opportunities, mo torno qua e distribuisco Electrolux.
Quando questi scoprono quanto è comodo faccio miliardi.
Poi però quest’anno si è delineata parlando con Sergio una realtà meno poetica.
Le lavatrici per dindirindina ci stanno. Solo non ci stanno nei posti che affitto io.
Voglio dire non ci sono mai state.
Manco una volta.
Manco per sbaglio.
Ma dico io! Come diceva il conte!
Mai un proprietario che gli venisse in mente, ok questa non è una luxury accomodation, ma a sto poraccio de Roma mo je faccio un regalo e je faccio trova na lavastoviglie.
Niente!
Invece arrivo qui e mi trasformo nel piccolo cenerentolo.
Lavo, stiro, ammiro, cucino, faccio la spesa.
Se mi vedesse mia moglie – e fortunatamente queste cose le faccio solo di nascosto – penserebbe
“Luca, esci immediatamente da questo corpo che è posseduto!!”
Beh, boyz and girls, posso aggiungere: che cosa non abbiamo fatto nella vita per il dio del surf!
Le seghe a scuola, le bugie in ufficio, i pranzi di famiglia bucati nelle festività comandate.
Ma ora la risposta migliore ce l’ho.
I piatti!
Sissignore.
Abbiamo fatto pure quelli.
I piatti.
Aloha ? ♥️ and have a great day ?night ?depending where you live.